Gli ansata, i terroristi di Rutia, stanno combattendo per la propria indipendenza, ma questo non giustifica le atrocità commesse; gli autori riescono a presentare i due aspetti della situazione, dipingendo gli ansata sia come pazzi (animali senz’anima che cercano solo di distruggere il mondo della legalità) e sia come disperati (un popolo oppresso da uno più forte, senza avere la possibilità di compiere una scelta in nessuna direzione).
Un ulteriore riferimento alla situazione del nord Irlanda, e (ancora più attuale) a tutti quei paesi dell’ex unione sovietica di cui si sente tanto parlare al telegiornale; eppure quest’ultima realtà non era ancora evidente quando è stata girata la serie, il che sembrerebbe, purtroppo, che situazioni come questa siano parte integrante del nostro essere. Non a caso Riker pone l’accento su quanto il terrorismo sembri un buon metodo per ribaltare una situazione politica, e non a caso Data giunge alla stessa conclusione dopo un’analisi logica della situazione, ma io propendo verso l’idea di Picard, per cui un riequilibrio duraturo tra le parti non può essere raggiunto utilizzando “la canna dei fucili”.