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William Shakespeare è uno dei più importanti ed apprezzati tra i drammaturghi e poeti terrestri, e le sue opere continuano ad illuminare gli uomini anche nel XXIV secolo.
Gene Roddemberry si ispira all’opera Amleto per dare vita al personaggio di James Tiberius Kirk sia allo stesso Amleto sia il suo amico capitano Horatio Hornblower.

 




TOS
La compagnia teatrale Karidian (“La magnificenza del re” – “The conscience of the king” vai), diretta dallo stesso Anton Karidian, interpreta opere teatrali shakespeariane in tourné sulle installazioni ufficiali della flotta stellare. In data stellare 2817 tale compagnia teatrale, mettendo in scena l’Amleto, incontra Thomas Leighton, un vecchio amico del capitano Kirk, il quale si convince che l'attore Anton Karidian sia Kodos, o meglio “Kodos il carnefice”, governatore di Tarsus IV nel 2246 ed autore di una carneficina che uccise anche la famiglia dello stesso Leighton. In seguito all'assassinio di quest'ultimo, Kirk invita a bordo Karidian e la sua compagnia per poter indagare. La trama stessa di questo episodio si ispira fortemente all’opera Shakespereana in questione, infatti possiamo vedere in Kirk un Amleto alla “Mel Gibson”, nell’attore Anton Karidian il re usurpatore Claudio, nella figlia di Karidian, Lenore Karidian, un’Ofelia, ed in Thomas Leighton un fantasma agitato.

 
 
TNG
Ma l’apoteosi di questo drammaturgo arriva con The Next Generation, forse proprio per la particolare attitudine del capitano Jean-luc Picard, ops!, volevo dire l’attore Patrick Stewart. E’ noto a tutti che Patrick è un attore Shakepeariano inglese.
Patrick Stewart ha recitato per venticinque anni nella prestigiosa Royal Shakespeare Company, interpretando i ruoli più importanti della produzione del celeberrimo drammaturgo.
Ha collaborato, inoltre, con l’Università della California, di cui è tuttora membro esecutivo, per la realizzazione di opere Shakepeariane.
Stewart ha lavorato in innumerevoli produzioni della BBC, tra cui “Il mercante di Venezia”, nelle vesti di Shylock, l’ “Amleto”, “Sogno di una notte di mezza estate”, nelle vesti di Oberon, e “La Tempesta”, nelle vesti di Prospero.
Ma torniamo a noi! Siamo in Data Stellare 41153.7 e l'Enterprise (“Incontro a FarPoint” – “Encounter at Farpoint”) si sta recando alla stazione spaziale di Farpoint, quando all'improvviso l'equipaggio si deve confrontare con un'entità misteriosa dai poteri quasi divini chiamata Q. In questa occasiona, dovendo difendere l’intera umanità davanti ad un discutibile tribunale, Picard afferma che “La prima cosa da fare è di ammazzare tutti gli avvocati” (“The first thing we do, let's kill all the lawyers”), frase tratta da Erico VI (atto 4, scena 2).
Data, in data stellare 41209.2, dice “Se mi pungi, forse non sanguino?” (“When you prick me do I not...leak?”), parafrasando la frase tratta dal Mercante di Venezia (atto 3, scena 1) detta dal personaggio Shylock “Se ci pungete, non sanguiniamo?” (“If you prick us, do we not bleed?”) (“Contaminazione” – “the Naked Now”).
In occasione del tentativo di corruzione da parte di Q operato nei confronti di Riker (“Il ritorno di Q” - “Hide And Q”), Q dice “tutta la galassia è un palcoscenico!” (“All the galaxy's a stage”), a cui Picard risponde: “il mondo, non galassia, tutto il mondo è un palcoscenico” (“World, not galaxy, all the world's a stage”) Il riferimento a Come vi piace (As you like it) (atto 2, scena 7). Più avanti, nello stesso episodio, Picard ripete un’intare frase tratta dall’Amleto (atto 2, scena 2): “Conosco l’Amleto, e ciò che lui può aver detto con ironia io lo affermo con convinzione: Che opera d'arte è l'uomo, com'è nobile nella sua ragione, infinito nelle sue capacità, nella forma e nel muoversi esatto e ammirevole, come somiglia a un angelo nell'agire, a un dio nell'intendere” (“Oh, I know Hamlet, and what he might say with irony, I say with conviction: What a piece of work is man! How noble in reason, how infinite in faculties, in form and moving how express and admirable, in action how like an angel, in apprehension how like a god!”.).
Picard, difendendo Data nel processo che sancirà la completa libertà di decisione da parte dell’androide (“La misura di un uomo” – “The measure of a man”), cita una frase tratta da un sonetto di Shakespeare: “Quando inviso alla fortuna e agli uomini, in solitudine piango il mio reietto stato” (“When in disgrace with fortune in men's eyes, I all alone beweep my outcast state.”)

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Sonetto 29
“Quando inviso alla fortuna e agli uomini, in solitudine piango il mio reietto stato ed ossessiono il sordo cielo con futili lamentie valuto me stesso e maledico il mio destino:volendo esser simile a chi è più ricco di speranze,simile a lui nel tratto, come lui con molti amicie bramo l'arte di questo e l'abilità di quello,per nulla soddisfatto di quanto mi è più caro:se quasi detestandomi in queste congetturemi accade di pensarti, ecco che il mio spirito,quale allodola che s'alzi al rompere del giornodalla cupa terra, eleva canti alle porte del cielo;quel ricordo del tuo dolce amor tanto m'appagach'io più non muto l'aver mio con alcun regno.” "When, in disgrace with fortune and men's eyes,I all alone beweep my outcast stateAnd trouble deal heaven with my bootless criesAnd look upon myself and curse my fate,Wishing me like to one more rich in hope,Featured like him, like him with friends possess'd,Desiring this man's art and that man's scope,With what I most enjoy contented least;Yet in these thoughts myself almost despising,Haply I think on thee, and then my state,Like to the lark at break of day arisingFrom sullen earth, sings hymns at heaven's gate;For thy sweet love remember'd such wealth bringsThat then I scorn to change my state with kings."



Ma l’influenza di Shakespeare nella nostra saga non si limita a citazioni o rappresentazioni, il nostro androide preferito trova nell’interpretare opere Shakespereane un modo per avvicinarsi all’umanità tanto sospirata. Partendo dal presupposto che gli attori utilizzano la loro umanità per riuscire a ben interpretare un personaggio, Data decide di provare il processo inverso, ovvero cercare di comprendere l’umanità tramite l’interpretazione di diversi stati d’animo associati a diversi personaggi.
Ed è così che Data crea un programma olografico (“Il traditore” –“The Defector”) in cui recita come protagonista nell’Enrico V (atto 4, scena 1) e Picard recita il ruolo di Williams, una delle due guardie alla presenza del re, quando “una tenebra fitta e densa di segreti sussurri colma l'immensa cappa dell'universo. Da campo a campo, nel tetro grembo della notte, s'avverte appena il brusio di entrambe le armate,… Fuoco chiama fuoco, e al pallido bagliore delle fiamme ciascuna armata distingue il volto oscurato dell'altra. Destriero minaccia destriero,… Nella campagna s'ode il canto del gallo,… Fieri del loro numero, nell'intimo in nulla turbati, i Francesi, ottimisti… I poveri Inglesi, già condannati al sacrificio, attorno ai lor vigili fuochi siedon pazienti, ruminando in cuor loro i rischi del mattino;… Ma oh, chi ora voglia osservare il regal comandante di questa banda allo stremo, mentre va di tenda in tenda e ispeziona ogni scolta, esclami: "Onore e gloria sul suo capo!". Poiché egli se n'esce a far visita a tutti i suoi uomini, sorride loro da pari a pari nel dar loro il buongiorno, chiamandoli amici, fratelli, compatrioti.” (“When creeping murmur and the poring dark ills the wide vessel of the universe… From camp to camp through the foul womb of night he hum of either army stilly sounds,… Fire answers fire, and through their paly flames ach battle sees the other's umber'd face; Steed threatens steed,… The country cocks do crow,… Proud of their numbers and secure in soul, The confident and over-lusty French… The poor condemned English, Like sacrifices, by their watchful fires Sit patiently and inly ruminate The morning's danger,… O now, who will behold The royal captain of this ruin'd band Walking from watch to watch, from tent to tent, Let him cry “Praise and glory on his head!” For forth he goes and visits all his host. Bids them good morrow with a modest smile And calls them brothers, friends andcountrymen.”)..

A mio parere la scelta del brano citato è esemplare (questo episodio si sarebbe potuto anche intitolare "Il peso del comando"). In un gioco del destino Picard tenta di far provare a Data il significato e la responsabilità del comando, proprio poche ore prima di dover sperimentare in prima persona, e per la prima volta in maniera così drammatica, che la responsabilità della scelta cade sempre sulle spalle di chi comanda, il cui nome verrà ricordato come colui che ha evitato o ha causato la guerra.
Ma l’esperienza di Data non finisce qui, infatti in data stellare 47869.2 (“Una nuova vita” – “Emergence”): Data sta provando La Tempesta (atto V, scena I) di Shakespeare nelle vesti di Prospero ricreando l'ambiente scuro e magico dell'isola nel holodeck, ma mentre prova, con l'aiuto di Picard, la scena in cui entrano Prospero, coi suoi abiti di mago, e Ariel, succede qualcosa di strano: arriva l'Orient Express a gran velocità e rischia di travolgere i due ufficiali.
Ma lo studio prosegue, e Picard impresta a Data la sua preziosa copia dell’Amleto. Durante il trasbordo di materiale altamente instabile, la navetta pilotata da Data esplode con lui ed il carico (“Il collezionista” – “The Most Toys”). Dopo questa enorme perdita (presunta perdita), Picard rientra in possesso del suo libro, e nota un segnalibro lasciato da Data che evidenzia una particolare frase tratta dall’Amleto (atto I, scena II): “Un uomo, in tutto e per tutto. Non ne vedrò l'uguale.” (“He was a man, take him for all in all, I shall not look upon his like again.”).
In data stellare 43980.7 (“Il rapimento” – “Menage A Troi”) Picard finge di amoreggiare con Lwaxanna per liberarla da Dai; Mon Tog. In questa azione Picard utilizza un mixage di sonetti (e precisamente i sonetti 147, 141, 18, 116) e di Othello (atto V, scena II).

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Sonetto 18
Dovrei paragonarti a un giorno d'estate? Tu sei ben più raggiante e mite:venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggioe il corso dell'estate ha vita troppo breve:talvolta troppo cocente splende l'occhio del cieloe spesso il suo volto d'oro si rabbuiae ogni bello talvolta da beltà si stacca,spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorirené perdere possesso del bello che tu hai;né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,perché al tempo contrasterai la tua eternità:finché ci sarà un respiro od occhi per vederequesti versi avranno luce e ti daranno vita. Shall I compare thee to a summer's day?Thou art more lovely and more temperate: Rough winds do shake the darling buds of May,And summer's lease hath all too short a date:Sometime too hot the eye of heaven shines,And often is his gold complexion dimm'd;And every fair from fair sometime declines,By chance or nature's changing course untrimm'd;But thy eternal summer shall not fadeNor lose possession of that fair thou owest;Nor shall Death brag thou wander'st in his shade,When in eternal lines to time thou growest: So long as men can breathe or eyes can see, So long lives this and this gives life to thee.
Sonetto 116
Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non è amorese muta quando scopre un mutamento tende a svanire quando l'altro s'allontana.Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;è la stella-guida di ogni sperduta barca,il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.Amore non soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama;Amore non muta in poche ore o settimane,ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:se questo è errore e mi sarà provato,io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.Let me not to the marriage of true mindsAdmit impediments. Love is not loveWhich alters when it alteration finds,Or bends with the remover to remove:O no! it is an ever-fixed markThat looks on tempests and is never shaken;It is the star to every wandering bark,Whose worth's unknown, although his height be taken.Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeksWithin his bending sickle's compass come:Love alters not with his brief hours and weeks,But bears it out even to the edge of doom.If this be error and upon me proved,I never writ, nor no man ever loved.
Sonetto141
A dire il vero io non t'amo coi miei occhi perché in te notano un'infinità di colpe;solo il mio cuore ama quanto essi sdegnano e a dispetto loro, è lieto del suo ardore.Né il mio udito si delizia al tono della tua voce,né il mio sentimento è prono a volgar lussuria,né il gusto o l'olfatto voglion essere invitati a un erotico banchetto soltanto col tuo corpo:ma né i miei cinque spiriti o i miei cinque sensi possono dissuadere dall'amarti un pazzo cuore che lascia incontrollata questa parvenza d'uomo perché schiava sia e vassalla del tuo superbo cuore:ma io volgo a privilegio questa mia sventura perché godo la penitenza di chi mi fa peccare. In faith, I do not love thee with mine eyesFor they in thee a thousand errors note;But 'tis my heart that loves what they despise,Who in despite of view is pleased to dote;Nor are mine ears with thy tongue's tune delighted,Nor tender feeling, to base touches prone,Nor taste, nor smell, desire to be invitedTo any sensual feast with thee alone:But my five wits nor my five senses canDissuade one foolish heart from serving thee,Who leaves unsway'd the likeness of a man,Thy proud hearts slave and vassal wretch to be:Only my plague thus far I count my gain,That she that makes me sin awards me pain.
Sonetto 147
È come febbre l'amor mio e sempre anela quel che più a lungo il mio mal fomenta,nutrendosi di ciò che il dolor rinforza per appagare solo un morboso desiderio.La mia ragione, medico devoto del mio amore,furente che le sue prescrizion sian trascurate,mi ha lasciato e disperato ormai mi accorgo che è morte il desiderio che la mente rifiutava.Sono senza aiuto, or che ragion più non provvede e pazzo frenetico sempre in maggior delirio;i miei pensieri e le parole sono frutto di follia,vanamente farneticanti lontane da realtà:perché ti ho giurato pura e creduto bella,nera sei come l'inferno, fosca come la notte. My love is as a fever, longing stillFor that which longer nurseth the disease,Feeding on that which doth preserve the ill,The uncertain sickly appetite to please.My reason, the physician to my love,Angry that his prescriptions are not kept,Hath left me, and I desperate now approveDesire is death, which physic did except.Past cure I am, now reason is past care,And frantic-mad with evermore unrest;My thoughts and my discourse as madmen's are,At random from the truth vainly express'd;For I have sworn thee fair and thought thee bright,Who art as black as hell, as dark as night.
OTELLO
È la causa, è la causa, anima mia;ma a voi non la dirò, caste stelle. È la causa; ma non verserò il suo sangue né scalfirò la sua pelle più bianca della neve e liscia come alabastro sepolcrale.Pure deve morire, o tradirà altri uomini.Prima spegni una luce, e poi quell'altra;se spengo questa fiaccola, e mi pento,posso ripristinare la sua luce;ma una volta spenta la tua luce,o modello compiuto della perfezione di natura,non so dove si trovi il fuoco prometeico che la riaccenda. Quand'ho svelto la rosa non posso più ridarle il suo rigoglio;appassisce per forza. L'odorerò sullo stelo. La bacia. O alito balsamico, che quasi inducila Giustizia a spezzare la sua spada!Un altro; un altro. Resta così nella morte,e io ti ucciderò, e ancora ti amerò.Ancora un bacio, e sia l'ultimo bacio.Mai dolcezza fu così fatale. Piango,sì, ma lacrime crudeli; è una pena celestiale,colpisce l'oggetto del suo amore. Si ridesta... It is the cause, it is the cause, my soul,Let me not name it to you, you chaste stars!It is the cause. Yet I'll not shed her blood;Nor scar that whiter skin of hers than snow,And smooth as monumental alabaster.Yet she must die, else she'll betray more men.Put out the light, and then put out the light:If I quench thee, thou flaming minister,I can again thy former light restore,Should I repent me: but once put out thy light,Thou cunning'st pattern of excelling nature,I know not where is that Promethean heatThat can thy light relume. When I have pluck'd the rose,I cannot give it vital growth again. It must needs wither: I'll smell it on the ree.

Un altro episodio intitolato alla grandezza di William Shakespeare è “I peccati del padre” – “Sins of the Father”, il cui titolo deriva dal Mercante di Venezia (atto III, scena V): “Sì, davvero, perché, badate, i peccati dei padri devono ricadere sui figli” (“Yes, truly; for, look you, the sins of the father are to be laid upon the children”),
Ma non è l’unico, anche “Ricordatemi” –“Remember Me” è un titolo tratto da un’opera di Shakespeare, e precisamente dall’Amleto (atto I, scena V), quando il fantasma del padre di Amleto si congeda da lui (“Adieu, adieu! Hamlet, remember me.”).


DS9
In data stellare sconosciuta il negozio di Garak subisce un attentato e Odo deve scoprire chi sta cercando di uccidere il cardassiano e perché (“l’attacco ai fondatori” –“The Die is Cast”). In quest’occasione Garak si esprime sull’opera shakespeareana Giulio Cesare, che considera più una farsa che una tragedia.

 


FILM
Anche nella filmografia non mancano riferimenti al drammaturgo inglese, il titolo originale di Star Trek V – “The undiscovered country” – è tratto dall’Amleto, e più precisamente dalla citazione che parla di morte: “morte, la terra sconosciuta da dove non torna mai nessuno” (“death, the undiscover'd country from whose bourn no traveller returns”).
In Star Trek VI viene citato nuovamente lo stesso dramma, e nella più celebre frase, “Essere, o non essere, è questo che mi chiedo” (“To be, or not to be: that is the question”), o meglio “TaH pagh paHbe’ ”, il generale klingon Kang, nel 2293, riassume il dilemma che il popolo klingon deve affrontare in quel difficile periodo.



Conclusioni
Ecco dunque le straordinarie rivisitazioni stellari del grande drammaturgo inglese Willam Shakespeare. Ma di chi stiamo effettivamente parlando? Di Wil’yam Shex’pir il FAMOSO poeta klingon, autore di mirabili opere quali il Khamlet,…oppure di Willian Shakespeare drammaturgo MINORE del periodo elisabettiano terrestre?
Beh! Il generale klingon Kang sicuramente affermerebbe che nessuno può dire di conoscere veramente Shakespeare se non ne ha letto la versione ORIGINALE in klingon!

Scherzi a parte, a tutti gli appassionati trekkiani di shakespeare vorrei ricordare, prima di congedarmi, il “Klingon Shakespeare restoration project”, che prevede la traduzione in lingua klingon di opere quali “Tito Andronico”, “Enrico V” e “Giulio Cesare”: io non vedo l’ora!

Quindi vi saluto citando la frase più famosa mai scritta da Wil’yam Shex’pir:
TaH pagh paHbe’



Indirizzi utilizzati per il recupero di materiale:
http://www.biblio-net.com/lett_stra/shakespe.htm
http://tech-two.mit.edu/Shakespeare
http://www.kli.org/stuff/Hamlet.html


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