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Wellness

Ecstasy?, di Dr. Francesco Di Pierro


NEURODEGENERAZIONE E ANOMALIE PSICHIATRICHE
Quello che tutti chiamiamo Ecstasy, in realtà sia chiama 3,4 metilendiossimetanfetamina.
Questa sostanza, purtroppo tanto in voga tra i giovani e non quasi sempre alla ricerca dello “sballo che permette di ballare tutta la notte senza avvertire stanchezza”, di tanto in tanto torna alla ribalta con grande clamore perchè colpevole della morte di qualcuno. Passato il clamore, torna nel dimenticatoio.
 
A questo proposito è forse opportuno fare chiarezza.
 
Il problema dell’Ecstasy non sta tanto nella sua tossicità acuta, cioè nella sua capacità di uccidere nell’arco di poche ore o minuti, quanto in quella cronica. La morte di un soggetto che aveva assunto dell’Ecstasy è cioè sì provocata dalla tossicità intrinseca della molecola stessa e dei suoi metaboliti, tossicità che si esplica nell’immediato (poche ore) e uccide il soggetto, ma non è il problema più grave legato all’assunzione di Ecstasy. La morte per Ecstasy riguarda infatti, per fortuna, un numero estremamente limitato di soggetti, mentre il numero di chi ne fa utilizzo è decisamente più ampio. Il problema risiede invece nei danni che l’Ecstasy può provocare mesi o anni dopo la sua assunzione.
Vediamo a questo proposito che cosa succede nell’animale da esperimento. Se si somministrano sperimentalmente dosi di Ecstasy proporzionali a quelle impiegate da chi è alla ricerca della “serata diversa”, difficilmente gli animali (topolini, ratti e primati) muoiono, ma vanno però incontro ad una lenta neuro-degenerazione. In parole povere i loro neuroni (le cellule del cervello) iniziano a morire intaccando varie funzioni (comprensione, memorizzazione ecc.). Le cellule del cervello particolarmente coinvolte sembrano essere quelle serotoninergiche; questo fa presupporre che, essendo la serotonina deputata anche al controllo dell’umore, l’Ecstasy possa provocare la comparsa di anomalie psichiatriche.
Un studio pubblicato di recente riporta il caso di 30 soggetti abituali utilizzatori di Ecstasy che, all’analisi, hanno dimostrato avere livelli di un metabolita della serotonina comparabili con quelli degli animali da esperimento che vanno incontro alla degenerazione delle cellule cerebrali. Nella letteratura medica si riporta inoltre il caso di alcuni soggetti che accidentalmente ingerirono una sostanza chimicamente simile all’Ecstasy: tutti quei soggetti svilupparo in seguito una forma di parkinsonismo particolarmente severa ed irreversibile.
 
Ma come fa l’Ecstasy ad uccidere i neuroni?

Il danno che l’Ecstasy provoca nelle cellule cerebrali viene definito stress ossidativo: le membrane cellulari si disfano e il contenuto delle cellule fuoriesce decretando la morte del neurone e la scomparsa di vaste aree cerebrali.

Forse è meglio andare a ballare rischiando di sentirsi stanchi già dopo un paio di ore!

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