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Wellness

Il Caffè: alleato o nemico, di Dr. Francesco Di Pierro


Secondo un recente studio pubblicato su Lancet, bere caffè farebbe piuttosto male.
Anzi, farebbe così male che se all’improvviso tutti quanti decidessero di rinunciare a quella che, insieme con il vino, viene considerata la più diffusa bevanda al mondo l’incidenza della più comuni malattie cardio-vascolari (aterosclerosi, infarto, colpo apoplettico, ictus) si ridurrebbe secondo una percentuale che va dal 10 al 25% circa. Mica male!
Come la maggior parte di noi sa, la colpa del caffè è quella di contenere caffeina. Questa sostanza, chimicamente una xantina, è facilmente reperibile, oltre che nel caffè, anche nel tè e nelle più comuni bevande a base di cola.
La base di quanto sostenuto dai ricercatori australiani autori dello studio, risiede nel fatto che la caffeina, attraverso un meccanismo particolare (l’antagonismo con l’adenosina endogena), è in grado di innalzare i valori della pressione arteriosa (sia sistolica che diastolica). E questo avverrebbe non soltanto negli ipertesi ma anche nei normotesi (in quei soggetti cioè che hanno una pressione arteriosa normale).
Il rialzo, di circa 10 millimetri di mercurio, aumenterebbe la possibilità di incorrere in patologie cardio-vascolari.
Comunque, da un punto di vista farmacologico, la caffeina è senza dubbio una molecola dotata di straordinarie proprietà che la rendono adatta ad usi anche piuttosto differenti tra loro.
Innanzitutto, essendo dotata di una buona attività psicostimolante, molti individui dopo aver bevuto qualche tazzina di caffè in più avvertono effetti positivi sul loro grado di concentrazione (in alcuni è così psicostimolante da produrre insonnia).
A livello polmonare è in grado invece di produrre bronco-dilatazione (effetto piuttosto utile per chi soffre di asma) mentre a livello renale sembrerebbe agire come un buon diuretico. E la lista degli effetti non è finita!
Ai più attenti non sarà sfuggito che la caffeina è contenuta anche in alcune preparazioni topiche contro la cellulite. Come è infatti possibile valutare in alcuni test di laboratorio, la caffeina incrementa la lipolisi (cioè aiuta a metabolizzare i grassi) e quindi aiuta ad eliminare l’inestetica adiposità localizzata in alcune aree del corpo.
Purtroppo il fatto che innalzi la pressione arteriosa getta un po’ di ombre su questa incredibile sostanza.
  • E allora che fare?
  • Rinunciare a prendere più caffè al giorno è sufficiente?

Secondo quanto sostenuto dai ricercatori, il caffè più pericoloso sarebbe quello che si assume la mattina. Già, proprio di mattina la caffeina sorbirebbe gli effetti peggiori. Come sembrano infatti dimostrare alcuni studi recenti, meno caffeina è presente in circolo è più, dopo l’assunzione di una tazzina di caffè, sono dannosi gli effetti sulla pressione. E dopo un’intera notte di astinenza (dal caffè) la caffeina in circolo è praticamente assente!

Speriamo che si siano sbagliati!


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