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Wellness

La sofferenza sessuale femminile, di Dr. Francesco Di Pierro


La crescente informazione sessuale, la diffusione dei metodi contraccettivi, la coscienza da parte della donna del proprio diritto al piacere sessuale e l’apparente eclissi di una morale sessuofobica, rappresentano i cardini di quel fenomeno comunemente indicato come “rivoluzione sessuale”. Quest’ultima avrebbe dovuto condurre ad una sessualità più consapevole, affrancata da colpe e vergogne.
Di fatto invece il sesso è divenuto immagine, metafora, tentazione ed illusione: una cosa spettacolarizzata che non appartiene alla vita di tutti i giorni.
Sono infatti sempre più numerose le coppie che ricorrono allo specialista per risolvere i problemi legati ad un calo del desiderio sessuale: i rapporti amorosi avvengono non più di una volta al mese e non è difficile trovare all’interno della stessa coppia chi si preoccupa di risvegliare il desiderio del partner e chi trova divertente passare le ore notturne a “guardare” le pubblicità delle chat line erotiche.
Altre volte il problema è completamente diverso ed è legato ad un fenomeno noto come “dispareunia” (rapporto sessuale doloroso). Da tale problematica la donna si difende vantando emicrania, lombalgia, preoccupazioni familiari che, il più delle volte finiscono con l’indispettire un partner non sempre capace di cogliere il disagio nascosto dietro ad un rifiuto.
Che dire poi dei “matrimoni bianchi”? Può apparire incredibile ma quasi il 2% delle coppie sposate non ha mai consumato il matrimonio. Questo dato non significa necessariamente che all’interno di queste coppie non esista alcuna forma di attività sessuale ma, piuttosto, mette in luce come il rapporto non venga vissuto nella sua completezza. Perchè? Molte volte la donna è affetta da “vaginismo”, un disturbo sessuale caratterizzato dallo spasmo involontario dei muscoli che circondano l’orifizio vaginale. La contrazione è scatenata dallo stesso tentativo di avere un rapporto completo, e l’unica soluzione possibile risiede in un corretto indirizzo terapeutico che solo lo specialista può dare.
Esiste poi “l’anorgasmia”, cioè l’incapacità di provare piacere durante un rapporto sessuale voluto e vissuto con la giusta emozione. Questa non va confusa con la “frigidità”, termine che oggi si tende a sostituire con “anedonia”(totale assenza di qualunque forma di emozione legata anche solo alla possibilità di un rapporto sessuale, anche con la persona amata).
Calo del desiderio, dispareunia, vaginismo, anorgasmia sono dunque i disturbi della sessualità femminile con cui lo specialista è chiamato a confrontarsi. E’ comunque importante che questi disturbi vengano vissuti senza sensi di colpa e, soprattutto, senza che si abbia la sensazione di essere dei diversi, degli anormali, dei malati.

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