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Wellness

Te’ verde e cancro, di Dott. Francesco Di Pierro


In questi ultimi anni un numero sempre maggiore di evidenze ha attirato l’attenzione della comunità scientifica sul binomio dieta-salute. È apparso sempre più evidente infatti che l’assunzione alimentare di certi ingredienti, componenti la normale dieta quotidiana, fosse da mettere in relazione con una bassa incidenza di determinate patologie, essenzialmente di tipo cronico-degenerativo, come quelle cardio-vascolari e il cancro.
Che la cosiddetta “dieta mediterranea” -essenzialmente composta da olio di oliva, pomodoro e vino rosso- riducesse il rischio di malattie come l’infarto e il cancro, lo si era capito già da tempo. Elementi come la vitamina E (contenuta nell’olio di oliva), i polifenoli (contenuti nel vino rosso) e il licopene (contenuto nel pomodoro) contribuiscono effettivamente, grazie al loro potentissimo effetto anti-ossidante, a limitare l’insorgenza di quei fenomeni ossidativi spesso causa di danni alle pareti dei vasi e al DNA.
Esiste però un’altra cultura, antica e radicata tanto quanto quella mediterranea - ma molto diversa da quest’ultima-, che sembra usufruire di notevoli vantaggi derivanti da una dieta particolare: l’Estremo Oriente. È noto ormai da tempo che alcune popolazioni orientali presentano un’incidenza estremamente bassa di alcune forme di tumore. A questo riguardo gli epidemiologi hanno identificato nella dieta di queste popolazioni alcuni elementi estramemente tipici. Uno di questi in particolare ha attirato l’attenzione degli studiosi: il tè verde. Il tè, bevanda tra le più diffuse al mondo, entra a far parte della cultura dei diversi popoli in due forme diverse: gli occidentali utilizzano le foglie di tè fermentate (tè nero), mentre gli orientali impiegano quelle di tè non fermentato (il tè verde appunto). Quest’ultimo impiego è diffusissimo per esempio in Giappone dove se ne consumano anche 10 tazze al giorno. Questa bevanda risulta particolarmente ricca di un componente, dal nome curioso, appartenente alla famiglia delle catechine: l’epigallocatechingallato.
Secondo gli scienziati, questa sembrerebbe essere la molecola responsabile della bassa incidenza di cancro osservata in alcune popolazioni orientali. E in effetti tale sostanza, spalmata sulla cute di animali da esperimento o somministrata per bocca agli stessi, previene rispettivamente il cancro della pelle e quello dello stomaco. Recentemente alcuni scienziati hanno fatto un passo avanti nella comprensione del fenomeno: hanno notato infatti che l’epigallocatechingallato inibisce un pericoloso enzima, l’urochinasi, che normalmente garantisce ai tumori la capacità di espandersi e di metastatizzare. Questo enzima, se non inattivato, digerisce il tessuto sano che confina con il tumore e ne permette la crescita; la sua inibizione, al contrario, limita il tumore in spazi estremamente più piccoli rendendolo meno aggressivo e pericoloso.
Questi dati, pubblicati su una delle più importanti riviste scientifiche al mondo (Nature), sottolineano ancora una volta i risvolti positivi che alcune scelte dietetiche possono avere sulla nostra salute e, in qualche modo, ci invitano ad inserire tra le nostre scelte alimentari il tè verde.
Dimenticavo infatti di sottolineare che nel tè nero, quello occidentale per intenderci, l’epigallocatechingallato non c’è!

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