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Wellness

Gli esami clinici davvero utili, di Dr. Francesco Di Pierro


E’ convinzione comune che il sottoporsi periodicamente a sofisticate batterie di esami clinici costituisca una delle mosse strategiche più efficaci con cui salvaguardare la propria salute. Si ha quasi la sensazione che il tenersi sotto controllo con periodiche, ma immotivate, analisi allontani il rischio di trovarsi di fronte ad una malattia grave. Le cose, invece, non stanno assolutamente in questi termini. Gli esiti possono essere sbagliati e, come è stato più volte dimostrato, più analisi si fa fanno e maggiore è il rischio di incorrere in valutazioni errate. Per quanto riguarda i Paesi economicamente sviluppati, le statistiche e gli indici di mortalità suggeriscono invece che, per tutelare la propria salute, sarebbe più opportuno ricordarsi di allacciare le cinture tutte le volte che si sale in automobile piuttosto che affidarsi ciclicamente al responso di un laboratorio d’analisi. Sono infatti pochissimi gli esami clinici realmente utili e capaci di segnalare opportunamente un problema di ordine medico, in un soggetto apparentemente sano, in una fase che consente ancora la possibilità di un intervento risolutivo. Quali sono? Proprio per cercare di rispondere a questa e ad altre domande in tema di prevenzione, si sono recentemente riunite, negli U.S.A. ed in Canada, due diverse commissioni mediche. Il rapporto che ne è venuto fuori è estremamente chiaro: la lista degli esami clinici ai quali, con finalità preventive, è opportuno sottoporre soggetti sani adulti è estremamente esigua e comprende:
  1. analisi del colesterolo da effettuarsi tra i 18 e i 70 anni con scadenza quinquennale;
  2. rilevazione di sangue occulto nelle feci da effettuarsi dopo i 50 anni con scadenza annuale;
  3. Pap test (per le donne) da effettuarsi tra i 20 e i 65 anni con scadenza triennale;
  4. mammografia (per le donne) da effettuarsi tra i 50 ed i 70 anni con scadenza biennale.
Tutti gli altri esami possibili sono da ritenersi inutili se effettuati in soggetti sani e non appartenenti a categorie ritenute a rischio.
Appare quindi evidente che non è con un check-up totale che dobbiamo difendere la nostra salute. Possiamo invece svolgere un’accurata opera di prevenzione modificando quegli stili di vita e quelle abitudini vera fonte di problemi: nel periodo che va dalla nascita ai 10 anni andrebbero prevenuti essenzialmente gli incidenti e/o le violenze domestiche, principali cause di morte nei soggetti appartenenti a questa fascia d’età; dagli 11 ai 65 anni le attenzioni andrebbero invece rivolte all’abuso di sostanze stupefacenti, di alcol e di tabacco, ad una corretta alimentazione, ad una razionalizzazione dell’attività fisica, ad una precisa informazione sessuale (soprattutto nella fascia tra i 12 e i 25 anni) ed alla rilevazione della pressione arteriosa (sopratutto dopo i 35 anni); oltre i 65 anni il proprio stato di salute psico-fisica, frutto essenzialmente della prevenzione operata negli anni precedenti, dovrà essere salvaguardato mediante visite periodiche dal proprio medico di famiglia.

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